La ricerca riguarda quattro aree geografiche (Africa del Nord, Africa occidentale, America del Sud, Europa), che costituiscono uno spazio comunicante, anche se non omogeneo, all'interno del quale la circolazione di persone, idee e merci è una realtà plurisecolare. Questo spazio di interconnessione, fatto di reti e di nodi, costituirà la tela di fondo delle analisi, che saranno svolte su scala più ristretta, nazionale o regionale.
Insieme a un approccio interdisciplinare - in grado di coniugare la dimensione storica e politologica con uno sguardo etnografico - sarà adottata una postura critica riguardo ai presupposti teorici delle diverse discipline e alle implicazioni extra-scientifiche della costituzione di specifici campi di sapere relativi ad aree soggette a dominazione coloniale.
Nel Nord Africa saranno indagate la trasformazione dello spazio di connessione fra l'Africa nera, il Mediterraneo e le più ampie reti globali, sin dalle mutazioni indotte dalle globalizzazioni coloniali. Al paradigma delle identità sarà preferita l'analisi della molteplicità di appartenenze e al paradigma migratorio sarà sostituita l'analisi della mobilità delle persone.
In Africa occidentale saranno analizzate le forme di dominazione connesse alla parabola dello Stato, in epoca precoloniale, coloniale e nel periodo post-Indipendenze, fino all'odierna crisi. Nel corso della ricerca saranno esaminati i diversi sistemi coloniali, nelle fasi più propriamente violente come in quelle di ordinaria amministrazione, segnata dal ricorso a violenze extra-giudiziarie e a regimi di eccezione.
La natura violenta della dominazione emerge anche nella costituzione delle diaspore africane collegate alla tratta atlantica degli schiavi (XV-XIX secolo). Oggi le diaspore africane nelle Americhe si presentano in forme originali, in cui prevale la rivendicazione, perfino l'orgoglio di identità stigmatizzate, spesso usate come risorse sociali e politiche per l'autoaffermazione, in contesti nei quali, lungo la linea del colore, coesistono forme di esclusione e discriminazione e forme di valorizzazione delle differenze.
Le politiche della memoria e del patrimonio si presentano infine come un campo di particolare rilevanza per indagare la persistenza di eredità coloniali e di tentativi di decolonizzazione dello sguardo. La dimensione della memoria sarà affrontata insieme alla patrimonializzazione e alla creazione di musei sulle migrazioni, la schiavitù, la colonizzazione.

I compiti principali dell'Unità di ricerca saranno orientati alla produzione e alla diffusione (seminari, convegni, pubblicazioni) di conoscenze e analisi attorno ai temi della sicurezza (rapporto tra Stato e violenza) e della coesione sociale (scomposizione e ricomposizione durante e dopo le crisi e i conflitti).

 

Contatti
Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di studi linguistici e culturali
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